lunedì 30 novembre 2015

L'alba


Quello che mi manca è questa... questa foto... che ho scattato in cammino mentre percorrevo i Pirenei... quest'alba... Che potevo vedere da vicino... tra le montagne e il silenzio... e il freddo... e il buio che poco a poco si sfumava... e non c'era niente... c'era tutto... C'erano le persone... Ma persone diverse... Non  alieni come quelli che vedi qua... Le capivi... dico io... le ascoltavi mentre camminavano... Ma non sentivi le voci... I passi quelli si... che dicevano molto... Erano in cammino come te... erano consapevoli... seguivano un sentiero... Ognuno con la sua ragione... ognuno con la sua motivazione... e chi...  una motivazione non l'aveva... ma era partito... perché non c'era motivo... Perché il motivo non era motivo... ma una chiamata... numero sconosciuto. Ti svegliavi ogni mattina dopo il parto di una notte...ed era vita nuova... Cosi diversa... senza niente... con tutto... con tanto peso sullo zaino...e poco spazio... così ti accorgevi... di quello che credevi ma non serviva... le cose importanti,quelle sì piano piano si formavano... e non avevano bisogno di grandi spazi... erano già di per se sparse... ovunque... nell'aria... nei fiori... negli alberi... nella fatica.. nella stretta dei denti...erano importanti.. così che anche l'animo pesasse meno... e si perdesse... per ritrovarsi. E l'alba, che aspettava... Aspettava i passi... I respiri... La voglia di camminare... Stanchi ma decisi... Per una meta...Per il viaggio... Per una consapevolezza... e il ritrovo di un sole che si innalzava tra la foschia... ma che non avevi mai visto...  perchè non avevi occhi... Ma solo convinzioni... idee... pensieri... che dovevano essere normali...comuni... altrimenti sei diverso... fai paura... la gente ti guarda storto... e ti fa del male gratuito... non hai diritto di essere... ma di fare... di fare credere,di dovere... invece il cammino... toglieva gli schemi... le distanze... ti faceva ricordare... la memoria che hai sotto pelle... la forza... di avere le gambe... di non essere normale...che fortuna... di avere un cuore che batte in petto..una libertà, un movimento in corpo che è ritmo... Che è musica nell'aria... movimento nella terra... nel vento... e il freddo lo sentivi ma non era un problema... altre cose erano ghiacciate... e poi le strette di mano... scioglievano... i sorrisi...i respiri... gli abbracci con le proprie sensazioni... abbracci con il proprio nome che tornava finalmente a firmarsi... con un inchiostro indelebile... una nuova speranza... nel nuovo incontro...
in un mondo di bambini... meravigliati all'alba...


Vale

domenica 1 novembre 2015

I quattro rabbini

Questa è la storia dei quattro rabbini,che secondo me invita a una lunga riflessione. Molto più di una storia, dal libro "donne che corrono coi lupi" la riporto qui:

"Una notte quattro rabbini furono visitati da un angelo che li risvegliò e li condusse alla Settima Volta del Settimo Cielo. Là contemplarono la sacra Ruota di Ezechiele.
A un certo punto della discesa dal Paradiso alla Terra un rabbino, avendo veduto tanto splendore, perse il lume della ragione e vagò senza meta fino alla fine dei suoi giorni. Il secondo rabbino era estremamente cinico: <<Ho semplicemente sognato la Ruota di Ezechiele, ecco tutto. Nulla è davvero accaduto >>. Il terzo rabbino continuò a pensare a quanto aveva visto, perché ne era ossessionato. Teneva conferenze e non avrebbe mai smesso di raccontare come il tutto era costruito e quanto significava... e così si smarrì e tradì la sua fede. Il quarto rabbino, che era un poeta, prese un foglio e una penna e sedette accanto alla finestra a scrivere una canzone dopo l'altra, lodando la colomba della sera, la sua bimba nella culla, e tutte le stelle del cielo. E visse la sua vita meglio di prima."

lunedì 26 ottobre 2015

Sogni di altri mondi

Forse abbiamo tutti quel momento in cui la paura prende il sopravvento. E così, i nostri pensieri si vestono d'ali per volare con leggerezza dentro ai sogni più nascosti della nostra anima. D'improvviso il nostro cuore torna bambino e lo stupore con esso torna a risplendere dentro attimi dorati e viaggi infiniti. Mi immagino ancora occhi ingenui, volti colorati di persone non segnati dal tempo e dai ricordi tristi. Un luogo magico dove il tempo non esiste e con esso l'orologio, dove non esiste la frenesia e il programma. Allora ci ritroviamo a vivere l'eternità di un attimo, a rincorrerci come bambini in un prato di fiori bellissimi che non strapperemo. Ascolteremo il vento soffiare tra i fili d'erba formando danze magnifiche e lente, e come onde del mare ci spargeremo a riva in un giorno di sole. Immaginate quanto bello sarebbe prendersi per mano senza mai toccarsi, avvolgersi in un abbraccio e non avere piu paura. Ci ritroveremo avvolti in una ingenuità d'amore. Noi uomini saremo di nuovo fratelli, senza più paura di perdersi, vivi in un mondo di compassione che non conosce tradimento. E solo allora come neve al sole le nostre paure più profonde si scioglieranno, lasciando spazio ad un tappeto infinito di cristalli luminosi che si estenderà sotto ai nostri piedi nudi.
Non saremo più pietra, ma anima e corpo in un unico fuoco, agli albori della vita.  L'anima potrebbe finalmente sentirsi a casa e mai più in pericolo ma questi, forse, sono solo sogni di altri mondi.
Vale

lunedì 12 ottobre 2015

Come pietra

Non ricordavo più 
perché ti chiamavano dolore
poi d'improvviso
ovunque
nei muri,nei cieli,nell'asfalto,
nei pensieri.
Il vino ti è sfuggito.
Ora ti ricordo.
Ricordo la rabbia,
 la paura,
La notte.
Non ho timore di te,
ma del mio ritorno.


Vale



mercoledì 16 settembre 2015

Paura e sofferenza

Ci sono certe teorie riguardo al dolore e alla paura che sento di condividere per dimostrare quanto possano essere importanti e fondamentali per passare ad un passaggio successivo di miglioramento personale e di fiducia nelle proprie capacità. Sono due aspetti diversi ma altrettanto simili, sono due porte per una comprensione più spontanea verso se stessi , che spesso sottovalutiamo o peggio pensando che siano aspetti puramente negativi e inutili. Il dolore non è mai un elemento di benessere mentre lo viviamo, ma è una perla racchiusa in un'ostrica poi, quando lo rivediamo dalla giusta prospettiva riuscendo quasi ad apprezzarlo e a toccarlo per quello che porterà poi in un futuro non troppo lontano. Una delle cose più difficili è proprio quella di sedersi ad ascoltarlo e passarci attraverso lasciando a casa le aspettative e le convinzioni che ci hanno trapanato nella testa da sempre. Molti affermano che il dolore corporeo sia una chiave per riuscire a toccare il limite assoluto e arrivare così a sentire quel nocciolo di verità racchiuso dentro di noi ma offuscato da questa società che allontana, standardizza, suddivide e divide da tutto quello che siamo stati all'origine dei tempi. Quando il dolore diventa fisico ma anche spirituale si arriva a sentire una sensazione di vuoto, un vuoto grande che abbiamo perso e che ci riporta a quello che siamo,  ci spoglia e ci porta ad ascoltarci come mai non siamo riusciti a fare. Ecco perche ci hanno sempre fatto credere che il dolore deve essere necessariamente curato con qualsiasi tecnica o farmaco, e in altri casi anche prevenuto. In questo modo creiamo la massa e diventiamo macchine telecomandate a distanza senza alcuna consapevolezza e se non pensiamo al dolore come a un qualcosa che deve essere evitato come la peste diventiamo pericolosi, sempre più vicini a sensazioni proibite che trasformano e migliorano, e che danno consapevolezza  all'uomo di essere vivo.
Ovviamente ci sono diversi dolori , i quali ognuno con caratteristiche che andrebbero approfondite in maniera diversa. Il dolore di per se non è bello eppure se abbiamo un lato positivo dentro di noi riusciamo quasi a trovarne uno scorcio essenziale. Come si può riconoscere il senso del benessere senza soffrire un po, e  la felicità senza attraversare un po di dolore ? Una frase di cornice ma un pochino fa riflettere. Ci sono poi alcune definizioni interessanti riguardo alla salute, cos'è davvero? Chi ha definito il termine "salute"? È sempre "valido"?
Qui si apre un mondo di cose, consiglio di leggere tanti libri al riguardo che sono davvero costruttivi. Magari riproduco qui una delle cose che mi è successo di trovare riguardo alla salute, a grandi linee diceva cosi:
"Un uomo può definirsi sano quando non è malato, un uomo ritorna in salute quando la malattia cessa, perciò la salute non può esistere senza essa" questo fa pensare un bel po,  non trovo del tutto sbagliato queste frasi (che ho riscritto secondo ciò che ricordo)  che mi riportano alle porte di un pensiero su cui credo cioè che in questo mondo ogni cosa è collegata e che spesso una non può esistere senza un'altra. Ora non vorrei essere linciata per questa affermazione, ne sento di dare una medaglia al dolore ma penso che sia molto importante sentire la sofferenza che ci accade, non nascondiamola, non sopprimiamola per una vergogna ma soltanto siamo un attimino più consapevoli di quello che siamo. Il problema è che spesso diventiamo delle pecore nere e magari con le dicerie di oggi portiamo anche sfortuna a chi ci sta intorno. Ma la domanda che mi sporge spontanea è: CHI CI STA INTORNO?
Forse qualcuno che non riesce sentire le vibrazioni giuste, che no sa ascoltare le onde che emaniamo nel silenzio.  Forse qualcuno che la sfiga ce l'ha nell'arroganza di sapere tutto di tutti. Allora forse sono queste persone che hanno bisogno di un po di sofferenza, non intesa come male, ma come momento, ed esperienza, da vivere ,che può regalare un nuovo paio di occhiali permettendo una vista più estesa delle cose. Non è sicuramente semplice trasformare una sofferenza in un'esperienza importante da custodire ma a volte non restano altre soluzioni, e per questo motivo ci spingiamo un po oltre.
Per qualche tipo di esperienza vissuta mi sento di dire che lo stress fisico quando va oltre i limiti corporei può spalancare dentro di noi grandi vuoti e luoghi misteriosi dove i sensi si affinano, diventano più attenti, dove dentro di noi si sviluppano forme astrali così primitive, così selvagge e così spoglie da portarci direttamente al centro di quello che noi siamo. C'è proprio un momento in cui il corpo affaticato spinge a una trasformazione, e avviene tutto in modo molto naturale e spontaneo, come quando sbocciano i fiori,  o la farfalla esce dal bozzolo. È come se la sofferenza d'improvviso cominciasse a smantellare tutti i pensieri e le paure inutili e in quel momento l'unica meta a formarsi nella testa sia una fine, la fine di quella sofferenza, un porto sicuro dove riposare, ma non si vede  la fine di tutto quel grande mare in tempesta. Cosi non ci resta altro che sopravvivere e per farlo, si diventa amici del nemico. Passare tanto tempo in uno stato di zona rossa porta ad ascoltarlo, ad entrarci dentro e viverlo a contatto diretto per conoscerlo, capirlo, per imparare ad amarlo. È difficile da spiegare e non posso dimostrare come accade a parole, ma  succede. Succede e basta. E d'improvviso ci si ritrova più coscienti di se stessi. È una sensazione unica, un contatto con la vita unico e prezioso e poco conosciuto, magari spesso sottovalutato. Penso comunque che ognuno debba provare a cercare, per trovare una connessione con la propria anima attraverso il mezzo che ritiene più opportuno. Almeno una volta, provare ad incontrare se stesso.
La sofferenza può, a mio modo di vedere le cose, trasformarsi in una chiave di vita importante quanto difficile da comprendere. La paura fa altrettanto, come campanello d'allarme ci avvisa che stiamo entrando in zone buie non conosciute,ci sbarra la strada come sasso e macigno. Ma senza di essa non potremmo mai dire di essere riusciti a camminare oltre.
Vale

sabato 29 agosto 2015

Il sole della notte

Ci sono notti bellissime in cui mi prendo dei momenti per accarezzare il mio cuore e sentirmi, e mentre guardo la luna costruisco intorno a me uno spazio tutto mio cosi importante tanto intimo e sincero da farmi sentire piccolina in questo spazio immenso di Cielo. Sono momenti importanti, spazi di profonde sensazioni che non hanno nome ne racconto, attimi di musica dentro di me. In questi momenti ho l'occasione di accogliere la mia solitudine, di sentirla e di farle uno spazio nella sedia in cui siedo perché lei è l'unica amica che non mi abbandona che di me non ha paura. Questa mia solitudine dolce mi fa sentire unica in contatto con un universo che mi osserva e mi lascia sospesa in un vuoto che è come vibrazione. Il cielo sembra un prato blu e le stelle i fiori che danzano, tutto sembra prendere parte a un movimento che è dolce quiete. I pensieri non fanno più rumore, il corpo è immobile nella sua danza mentre l'anima vola con le sue grandi ali intorno al suo silenzio.  Molto spesso in questi momenti un viaggiatore si rende conto che la via delle stelle e delle nuvole della notte non è paese, non è autostrada trafficata ma direzione che porta all'unicità dell'essere, al suo cammino senza confine strappando via quei cordoni ombelicali terreni che legano alla disperazione. L'uomo negherà di averne perché egli crede che tutto va bene, che tutto va come dovrebbe andare  come se la vita fosse un grande dizionario dove ad ogni parola e a ogni situazione esista una pagina correlata dove vengono spiegate le istruzioni e il senso. L'uomo difficilmente andrà oltre perchè il buio della notte,che nessuno ha mai potuto insegnarci, spaventa anche il più intrepido dei viaggiatori. La paura della paura a volte è più forte del coraggio ma con la giusta calma e la giusta quiete anche il cielo con le sue nuvole potrà essere scalato. Non esistono cammini senza meta ne montagne senza cima. Questo è il mio pensiero importante perché spiega che ad ogni salita , dopo tanti passi e dopo tanta sofferenza ci sarà un punto di arrivo in cui si potrà finalmente stringere la mano a se stessi, a  quello che siamo e siamo stati.  Nel frattempo, i nostri occhi lucidi di emozione si aprono alla luna piena,rimasta a ricordarci che anche lei è luce, è il sole di una notte .

Vale

venerdì 31 luglio 2015

Capire chi siamo

Una delle cose più belle quando incontri una persona è l'idea che questa possa capire qualcosa di te a un livello profondo e intimo, tanto da renderti nuda anche sotto la pelle più coperta. Una sensazione che ha valore  ed è sacra ma che spesso sottovalutiamo e quasi pretendiamo da chi ci sta attorno. È cosi bello... pensare che qualcuno possa davvero sentire... quella cosa che batte nel tuo petto...capire il ritmo  del suo silenzio...ballare con esso . È cosi bello...  Ma  succede a volte di capitare in cose che ci fanno male. E poi, nel tempo che usi per la tua riflessione comprendi che non sono le persone a farci del male, ma le aspettative che noi abbiamo di esse. Una persona ci fa male quando ha un'arma, ancor di più quando noi pensiamo che lei stessa lo possa diventare. Allora eccola lì che scatta, la paura, scatta ancora prima che tu possa sentirla. Mangia la tua energia e ti lascia vuoto. Ma allora come si fa a fermare tutto questo? Nell'istante in cui la tua consapevolezza affiora comprendi che l'unica arma davvero temibile è la dipendenza da qualcuno. Questo è il coltello sulla nostra carne. Ne abbiamo cosi tanti dentro di noi e sono tutti vestiti da convinzioni che la nostra mente ci detta. Questo sì che è temibile. Dovremmo avere paura di quello che a volte ci accorgiamo di essere. Dovremmo avere paura dei dolori che attribuiamo alle persone, e questo lo sto capendo solo adesso. Ogni persona agisce secondo una cornice di un quadro pressoché complesso, e non sempre questa cornice corrisponde con la nostra. Ma non c'è nulla per cui allarmarsi. Due cornici possono... devono confrontarsi. Due persone, come due dipinti, avranno bisogno di una cornice più grande, più ampia e più spaziosa che possa lasciare il libero arbitrio ai due dipinti di esprimersi nella loro unione e complicità. Perciò non devono distruggere il loro legno ma unirlo l'uno con l'altro, così come fanno i pensieri pur essendo qualche volta diversi l'uno dall'altro .
A volte deludiamo le nostre aspettative ed ecco che ci facciamo male, ci scontriamo. Ma noi non dipendiamo da esse, noi dobbiamo imparare ad essere felici per i colori che ci portiamo addosso. Ma non è sempre cosi semplice. A volte ci sentiamo puntare il dito contro. Veniamo scambiati per armi, ma non lo siamo. Siamo solo due persone che si sono avvicinate, due persone che si vogliono capire. Ma questa è l'impresa più grande di tutte,  la meta irraggiungibile dettata dall'amore . A volte pretendiamo di essere capiti. È un errore, per come la vedo io.  A volte non è solo una meta ma è anche un percorso, quando qualcuno ti tiene per mano e decide di creare un'unica strada, un unico sentiero passo dopo passo, ecco che lì,  accade la meraviglia, momenti di rara follia in cui decide di ascoltare il tuo cuore e di accompagnarti sulla strada della verità rifiutando quella della menzogna. Solo allora capirai, senza avere chiesto nulla,  che x un attimo, qualcuno è riuscito davvero a capire capire chi sei, senza che tu debba elemosinare una parte di te.
Senza che tu debba chiedere la verità.

E a volte dovremmo lasciare andare l'idea che la nostra felicità dipenda da qualcuno, ma non è sempre facile soprattutto quando ti accorgi che i sorrisi più belli li fai quando condividi qualcosa di importante con la persona che segue il tuo sentiero, e che prova nelle intemperie a capire chi sei.
Vale

martedì 9 giugno 2015

Cristalli

Qualche volta piango lacrime silenziose e io non so come poterle trasformarle in meravigliosi cristalli da donarti ,  ma posso spargerle al vento della speranza, aspettando il momento in cui esse ti accarezzeranno fragili lo spirito, per svegliarti con dolcezza nella prima luce tenue del mattino .

Per te che ascolti le mie paure non troppo vicino da sapere che ogni flusso di pensieri, come acqua, nasce da una sorgente, da un briciolo di segnale colto , forse, male.

Vale

mercoledì 20 maggio 2015

Temporali di silenzi

Alcune volte viene semplice sentirsi parte di un forte temporale, di una calma in tumulto che sconvolge l'ordine illusorio delle cose. La mente non riesce a trovare un riparo sicuro e il cuore soffre tanto nel suo silenzio. In questi momenti lo spirito si sente fratello del vento, figlio dell'ignoto e compagno del dolore. Inevitabile è il susseguirsi di pensieri un po' tristi e di frammenti di delusioni che hanno lasciato il segno nel caos della vita e proprio in questi momenti viene la voglia di abbandonare tutto quello che è stato costruito qui e che crediamo di possedere,  partire: lontano verso nuove destinazioni, lontano, dai volti di carta, dalle persone che ci hanno fatto del male e ritrovare finalmente il nostro spirito che si era perso in tanta nebbia di false identità .
La società? una brutta bestia che ti condanna all'infelicità in una strada con impronte standard, e dove le radici sono lontane dalla terra e i piedi non hanno forma.
C'è chi si porta dentro questo silenzio e questa voglia assidua di incontrare, se stessi, in giorni senza regole e in giorni senza vincoli,lasciare l'idea di una vita di vetro con relazioni,modi,stili ed azioni sempre uguali e ... normali. Questo è quello che ci insegnano: a essere normali.
Ma non si può , se si è ribelli una parte di se è già in cammino,una parte di se è consapevole mentre l'altra è disfatta e ha paura, tanta, di rinascere.
Un circolo di ideali ci è stato imposto senza fare rumore e poi succede che, nel temporale di maggio, il dolore ci chiama e noi non possiamo fare altro che ascoltare, e sperare , in un coraggio che non ha eguali .
Vale


Un giorno la paura bussò alla porta,il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno. (Goethe)

mercoledì 15 aprile 2015

Un fiore di papavero

Una rosa di papavero 
nel campo del silenzio
annida stati emotivi lontani dal tempo e 
si conserva nel buio,
solitaria e  selvatica 
Cantando con voce di infinito il  nome di un ricordo .
Mi porge il rosso acceso
del suo petalo
così come nel vento fa mostra della sua danza:
Rimane il sospiro lungo un filo
d'un ricordo di anime vicine e
il sole in un istante 
porge alla mia mano 
quello che è stato,
un  fiore di inchiostro e di intenso 
nel campo dei papaveri di primavera 

Vale




giovedì 26 marzo 2015

Eremo

Nella notte, le stelle coperte dalla pioggia del cielo.
Ogni respiro una goccia terrena
sei Tu, il suolo
e il sentiero di questa valle,
l'Eremo d'amore
che sovrasta imponente
le pietre .
Vale

venerdì 27 febbraio 2015

Strepitosa..

Ho trovato questa frase che per me è bellissima, e vera :
"Se deicidi di innamorarti di me... Fammi ballare anche se non c'è musica"..

Strepitosa..

Le persone vicine ci fanno dono a volte di questa, bella, musica, e siamo tanto fortunati. Dovremmo però ricordare a noi stessi di aiutarci per creare il ritmo perfetto e diventare così meraviglia dell'universo. 
Dovremmo tutti ballare.. Danzare all'amore..

Come ci comunicava Osho "Fa semplicemente qualcosa che genera in te una canzone e crea un ritmo, intorno a te, di celebrazione."

Grandi parole.. E a volte bastano davvero piccole cose, per sentirci bene, a volte basta una sfida con se stessi o una strada su cui correre, liberi.

Vale

venerdì 20 febbraio 2015

Sospiro

Sospiro, nel prato immenso. Il vento muove quello che l'occhio non vede , quello che l'uomo non sente. Muove le foglie, muove l'invisibile. Muove il sospiro della Terra. Questa grande carezza di Dio, placa i pensieri, asciuga il viso dalle lacrime come una carezza di madre. Non c'è conforto in questo giorno perchè non c'è giorno in questo buio. 
Vale

venerdì 13 febbraio 2015

QUELLO CHE NON SAI

Quello che non sai
sono le parole , queste 
parole tra le righe .
Quello che non sai
è l’aria che respiri
nei colori delle stagioni che cambiano ,
come gira il mondo e
il mondo che cos'è.
Quello che non sai
è come brilla il sole 
sui rami della tua gentilezza ,
e nessuno sa  
il volo
di una farfalla che vive
un giorno solo .
Quello che non sai
è come io mi sento
quando abbracci il mio corpo
che, corpo, solo 
non è  .
Quello che non sai
sui miei pensieri 
fili spinati  sospesi ,
paure
al confine delle mura ,
fuggo dagli archi di guerra ,
e in un leggero tocco
dalla tue mani
la libertà.
Quello che non sai è che
mentre io ti guardo 
bramo  
accolgo
il buio nei tuoi occhi 
per la perla del fondo ,
per l’acqua del pozzo,
per il senso perduto
e mai trovato.
Quello che non sai
sono io ,
curiosa di te.
E ancora, non sai 
che parlo mentre taccio
e che nel silenzio
io canto di te.
Quello che non sai , amore mio ,
alla fine ,
non è tanto ciò che non ti ho detto
ma quello che già sai ,
una carezza fatta piano sul tuo viso
e un sospiro in un orecchio  .


Vale

Per Christian





mercoledì 4 febbraio 2015

Sui cigli di notte

Distesi su sensazioni al crepuscolo
Lievi e freddi di giorni 
gli occhi degli innamorati si attizzano di luci ,
sui finestrini la pioggia ,
la notte lunga ha le sue strade di sospiri
che accudisce come in grembo
le voci e i battiti degli amanti. 
Cosa guida il fervore delle mani
e del cuore di chi si vuole bene ,
cosa incalza i rami ad intrecciarsi
gli ulivi ad innalzarsi
l’unione dentro a riflessi
volteggianti
come in danze di maestri ,
e che cosa porta
le labbra a sfiorarsi
nel senso perduto,
le menti a toccarsi, nel cuore
stanzino della notte
dove il buio adula e  il silenzio ripara .
Io chiedo che cosa spinge ,
questo amore
ma mai fu per me cotanto mistero
ne droga migliore
sui cigli di notte.

                                                                                                                   Vale


lunedì 26 gennaio 2015

A volte vorrei essere terra, albero e vento. Vorrei tornare a quello che sono stata, distante dalle incomprensioni degli uomini,  da questo pane vuoto e tornare a quella che è polvere di vita.

Vale

mercoledì 21 gennaio 2015

Il Porto

Mi sono fermata su di un porto un tempo, dove il soffio del vento, dolcemente portava i profumi di quella zona e io ne ho amato il sapore per lunghi anni.  L’acqua marina si mostrava illuminata, su di un lento movimento di onde colpite come da un fascio di luce di un faro. Ho passato notti lunghe ai piedi del porto: parlavo alle sue mura, scrivevo su pezzi di carta fissa nella sedia del mare. Sentivo il vento sulla mia pelle e io facevo l’amore con i suoi canti. Percepivo i fremiti e il dolore e sorridevo da lontano dentro lacrime nere di solitudine. Urlavo spesso, sottovoce, e  Il freddo della notte gelava il mio corpo inerme, mentre dentro di me scorreva il sangue caldo di una passione ramata di follia, e cercavo invano di riscaldarmi con le poche stelle dalla luce fioca rimaste a guardarmi, immobili e lontane.  Ero sola, in quel porto dove anche solo per un attimo la vita sembrava perdere peso e avvolgersi di magia con contorni di incomprensibili emozioni. E io mi chiusi nel silenzio bussando, ogni tanto, alla porta del faro . Ogni sera nel palmo della mano la speranza, inutile, mi trascinava sugli abissi di quel mare nero e io aspettavo la nave per salire ma non passò mai per quell'orizzonte. Rimasi lo stesso fedele  alle mie emozioni , sedendo ogni sera all'alba di un tramonto che non si tinse mai di colore,  sulla  riva sbagliata e sullo di sfondo di un porto eminente che non scavò mai le mura della roccaforte del cuore.  Il mare mi faceva paura, e io non avevo altro che il rifugio di quel posto tanto conosciuto.  Il tempo  poi , allontanò da me la via di navigazione tanto mirata e così salii su di una zattera spartana, e un po’ rovinata,  tra brandelli di legno sparsi un po’ ovunque di là e di qua. Partii.  Non avevo cibo ne acqua, nessun segno di vita attorno a me ma poi, all'improvviso e in lontananza, per un breve istante,  il porto sospirò. Dietro di me alla fine, il suo respiro si sparse al vento e come brezza , fu per me, linfa per i giorni avvenire.
Ricordo come un saluto la vibrazione, che io misi, poi,  nel bagaglio e suonava così:  
 “ogni tanto, però, riemergono pensieri e attimi che,come vecchi amici, ci riconducono a quello che siamo stati.  A noi la scelta e la capacità di fare tesoro di tutto questo.”


Rimasi a riflettere sulle onde di un nuovo mare , mentre la zattera si allontanava lasciandomi alle spalle quello che  fu Porto sicuro e Amico.

Vale


lunedì 19 gennaio 2015

Un nulla totale

L'essere umano ha un potere sicuro: si costruisce una gabbia con ferro invisibile. Mette in tasca la chiave, entra dentro. Sconfitto dal nulla resta lì. Poi in attesa. Di cosa. Di nulla.  non si sa di preciso.

Vale.

lunedì 12 gennaio 2015

Gabbiano libero

Uccello marino trascinato alla deriva, sei preda e predatore nella tua migrazione, tu voli mentre il tempo delinea il mare nel territorio infinito con le grandi onde che infrangono gli scogli, e il tuo volteggio è sinfonico, fra i colori intensi del mare. E non importa la diversità, se c'è distanza tra le ali dei migratori ricorda c'è distacco ma c'è complicità. 
Tu non sai di contenere il mare ed il silenzio e che nel volo del vento, tu sei gabbiano libero.


Vale
(vecchie frasi incomplete che avevo scritto e mai pubblicato)

domenica 11 gennaio 2015

Questo sentiero portava in un punto panoramico interessante, ho visto la vastità sopra il dirupo e, in un solo quadro, l'immenso sopra al baratro.
Vale
Monte Cecilia

domenica 4 gennaio 2015

Vorrei riuscire a dare voce ai miei silenzi
in questo mare di lacrime che mi scorre addosso e  assomiglia a torrenti in cui l'acqua passa risoluta sulla roccia.

Vale

Pensieri d'inverno

Ci sono sogni nella notte che fanno male e il freddo avvolge improvvisamente tutta la rugiada, e nel mattino dopo, gelandola. Così perde, il suo riflesso caldo e svanisce, lentamente lasciando spazio a fredde e dure impressioni di vuoti di grigio e di azzurro cristallino che tingono le lacrime, di un gelo ardente come un tramonto che è distante.

Vale

Vento

Ci sono pensieri tristi a volte che sbiadiscono l'orizzonte davanti e gli occhi non vedono la luce,  e così il richiamo del vento si fa strada sempre più intenso, tra le vie di un ricordo di notti sepolto e sbiadito dal tempo

Vale