domenica 26 agosto 2018

Buonanotte a chi si sente come le nuvole ... vicine alla luna ma cariche di pioggia ..

Vale

martedì 17 luglio 2018

Quando le parole non bastano

Quando le parole non bastano
appoggio il mio viso nel tuo viso,
in quel piccolo angolo che sento solo mio,
un angolo dove io mi incastro alla perfezione,
un angolo così caldo da ricordare un focolare d'inverno ma in qualunque stagione,
e lì,
tra la tua pelle e le mie labbra,
ci appoggio il mio respiro...
e tutta la mia vita.

Vale

sabato 14 luglio 2018

Come i grilli

Ci sono momenti difficili da decifrare in cui il cuore viaggia da solo e come un intrepido viaggiatore di mare su cui incombe una tempesta si lascia trasportare dalle onde e dal loro flusso agitato che gli fa quasi venire paura nonostante sia spesso abituato. E in quei momenti un viaggiatore può pensare di avere ben stretto il timone della vita e ritrovarsi poi invece in preda a direzioni non prese,a onde troppo grandi per guidare la vela. Succede cosi a volte nonostante le cose belle della vita, succede di ritrovarsi in momenti in cui un pensiero viaggia nella sua solitudine e viaggia quasi inerme difronte agli imprevisti della vita. Ma a volte ritrovarsi in mari agitati può bagnare pezzi di noi che a volte pensiamo di non avere, o non ascoltiamo abbastanza, a volte la cosa piu giusta da fare è farsi trasportare dal vento in serate come queste, ventilate,che stanno annunciando nuvole scure e pioggie imminenti. Il vento sa trasportarti in luoghi lontani e sicuri, in campi di grano bagnati dal sole  dove tutto funziona al contrario, e i pensieri tristi svaniscono finalmente soffocandosi in spighe di per se sofferenti e cariche di emozioni, emozioni ancora più grandi della tristezza, che non sono ne bene ne male, ma sono in un mezzo indefinito, a metà  tra quello che si conosce e quello che non si sa.
A momenti volti e pezzi di sorrisi riaffiorano,ricordi di persone che sentiamo vicine nonostante gli occhi non si incontrino, sono scudo protettivo del nostro divagare fragile, e  a volte ci illudiamo di non essere soli,di avere altre anime in viaggio nel nostro vento. Ma se guardi bene scorci soltanto le stelle, e il profumo della notte, i grilli lontani a cantare e altri suoni indefiniti che vibrano nell'ombra.  Quelli sono gli unici veri presenti in queste notti da viaggiatori, piccoli esserini che chissa a chi mai stanno dedicando il loro canto e la loro esistenza.
E allora succede di capire che i problemi quotidiani, non sono nulla,non sono niente di veramente reale,sanno soltanto strapparti via alla felicità  e ti portano ad ascoltare in maniera più attenta.  E di questo forse dovremmo ringraziare. Forse dovremmo ascoltare di piu anche le nostre emozioni, accettarle, e cantare in silenzio come i grilli nella notte.

Vale

martedì 5 giugno 2018

Vecchio pensiero d'autunno: scendendo dal monte

Guardo le luci sfumare laggiù
mentre scendo dal monte,
le luci della pianura,
una leggera foschia davanti ai miei occhi
toglie l'ancora alla mia mente.
Sembra d'essere quasi a penzoloni su di una roccia,ad osservavare da lontano
un mondo grande
fatto di storie e di luci
di menti che vanno
di ninna nanne e di baci
di amore e passione 
e purtroppo, anche di dolore e di solitudine
e di quest'ultima
mascherata spesso di bugie.
E poi m' immagino la musica,
dolcissima,
che mi accarezza da quel punto alto del monte,
la ascolto mentre si intona col vento.
Immagino tante cose,
piene ma fragili come un cristallo e andrebbero tenute al riparo
ma lentamente scivolano e traboccano come acqua fuori dal vaso.

Ora gli alberi che mi coprono il panorama,
fungono da tappo,
e io mi accorgo che non sono veramente nelle rocce dei monti
ma ancora in auto mentre scendo,
e cerco di scorgere tra gli spazi dei pini le luci,
per tornare dov'ero,
dove mi sentivo esplodere,
dove anche il cuore aveva il fiatone.
Aspetto.
E finalmente le rivedo,
case vive!

Come piccole stelle in un cielo nero brillano,
il terreno di notte
appare buio, proprio come un cielo
e quelle luci non possono essere altro che stelle.
Sempre belle,
calde ma piccole
lontane ma vicine,
tanto vicine da potermi quasi abbracciare.
Io sono al sicuro mentre le osservo da qui,
quasi non appartengo più a loro
quasi dimentico di avere una casa,
quasi il mio cielo diventa un altro.
E in questo momento mi chiedo cosa possa essere questa cosa che provo
negli angoli più profondi del mio cuore.
Osservo soltanto con occhi brillanti,
questa emozione.
E il tempo sembra fermarsi.
Tempo..ingannevole,
che scorre veloce. Troppo veloce.
E di nuovo scivola via tutto in un secondo.

Le luci della pianura via via scendendo si fanno sempre più grandi,
mi sto avvicinando,
ed io capisco di stare a tornare ai miei giorni
lasciandomi alle spalle questo momento d'incanto
in una notte pienissima di cose belle,
reduce dal sole di giorno che batteva
sul canto degli usignoli,
e le vallate a sorridere
e l'autunno che imprimeva i colori del fuoco
nella pelle e nel cuore bambino.
Lassù nelle montagne mi è stato concesso di vivere.
E ora sto scendendo
tornando a sentire il rumore dei pensieri
perdendo le stelle del cielo e della terra
e avvicinandomi sempre di più
a questa luce fatta d'uomo
che adempie fedelmente al suo compito
di igannatrice benevola
promettente stelle di luce
ma che il piu delle volte rilascia la polvere
e l'amaro di qualche delusione.

Ma noi intrepidi
continueremo a viaggiare,
su nei monti
tra le dolci curve delle emozioni
guardando dall'alto le luci della pianura
sognando.

Valentina

martedì 2 gennaio 2018

La finestra

Qualche volta mi capita di ripensare alla mia infanzia dove passavo notti ad osservare il cielo da quel posto che per me è stato scudo protettore per molti lunghi anni ovvero la finestra di camera mia, nella mia vecchia casa. Ancora oggi mi capita di ricordare quel piccolo spazio quadrato con nostalgia e profonde emozioni che nessuno sa e che restano impresse come tatuaggi nella pelle del cuore. Ho passato tanti bei momenti nella mia solitudine mentre il mondo fuori festeggiava il nulla dei giorni con estrema convinzione di avere tra le mani la felicità e la spensieratezza di quegli anni giovani. Eppure nonostante la normalità di questo avendo quei 14 anni nudi e malleabili io continuavo a chiedermi perché al suono roboante di una discoteca preferivo il silenzio di una natura che in realtà suonava brani inediti con il cinguettio degli uccelli del giorno, del soffio delle nuvole, del fruscio del vento tra gli aberi, del tichettio delle stelle nel buio più cupo del cielo, e di quel bellissimo ed eccezionale momento in cui il temporale arrivava nelle sere d'estate portando con sè il taglio netto dei tuoni e dei rombi del cielo che sembrava in procinto di piangere. E allora in quei momenti mi sentivo diversa perché in lontanza tutti chiudevano le finestre ed io non aspettavo che quel momento per aprirle e per farmi travolgere da quel pianto che pareva portare con sé tutta la forza della terra e  così piena di emozione che sentivo esplodere la vita come un brivido lungo le braccia,il collo e la schiena. E poi, in quel profumo d'estate io mi perdevo. E ancora mi domandavo perché non ero nel negozio di cui tutti parlavano dove vendevano l'ultimo Chanel che pareva essere importante per certificare il sesso che portavo. Io preferivo l'odore della pioggia caduta che sapeva di vero. A volte ho odiato la mia sensibilità perché non riuscivo a fare tutto quello che facevano le mie coetanee con la loro voglia di parlare con tutti.  Io restavo in silenzio e mi piaceva ascoltare. Non parlavo tanto. Scrivevo. Ho 2 libri di pagine pieni di pensieri,frasi mischiate e confuse,sensazioni che non sapevo come fermare nel tempo e allora la penna mi aiutava a fissare nella carta,insieme alla musica, grande patrimonio del mondo,e insieme al mondo grande patrimonio della vita. Eppure non sappiamo davvero prendercene cura: lo rovinano,lo strapazziamo e per di più lo dimentichiamo. In tanti momenti ne ascoltavo il grido soffocato di quella natura che ho avuto la fortuna di avere attorno,con quel grande campo su cui si affacciava la mia finestra, e osservavo  tutti i più piccoli particolari: dagli alberi alle stelle, sino a quel confine lontano del cielo e ne percepivo il dolore soffuso, non so di cosa o di chi ma io non mi sentivo sola grazie a quel dolore che mi faceva sentire parte di una natura che non mi avrebbe mai rifiutata o calpestata. Era forse una fragile illusione su cui puntavo tanti momenti di vita. E così ho conosciuto tante parti di me, tante emozioni uniche ed irripetibili. A quella finestra ho lasciato sogni e sorrisi giovani, anche pianti teneri di giovinezza e  d'ingenuità. E se ripenso ora a tutto questo ne sento la nostalgia perché la vita porta a perdere tante cose e l'ingenuità scompare lasciando cicatrici segrete. Il tempo porta a ricordare con tenerezza alcuni momenti di ciò che eravamo e porta a conoscere una maturità personale che si riesce a dimostrare in tanti momenti e che per paradosso non serve dimostrare a nessuno.  Come agiamo spiega chi siamo. Il tempo sa stabilizzare tante cose e queste restano a volte un ricordo. Ognuno forse  ha avuto un angolo di paradiso in cui fissare parti di sé, ognuno ha avuto modo di nutrire la parte che più cercava di farsi largo. Io ho nutrito la parte più emotiva ed oggi mi ritrovo a ringraziare quello che sono stata e che per tanto tempo ho forse detestato,  perché oggi mi ha fatto diventare la persona che sono e fiera di come ho nutrito l'amore vedendo tante persone attorno che non sanno più dove andare e divorate da cattiveria e comportamenti a volte infantili, insieme all'apata più totale. Ho imparato a gestire quello che sono,ho imparato a tenermi in una mano dopo avere attraversato oceani di istinti e oggi la mia istintività è chiusa dentro una consapevolezza che mi abbraccia e che comunque lascia spazio a tante cose ancora sconosciute. Perciò ringrazio la solitudine che mi ha insegnato a capire la compagnia ed a circondarmi di persone vere, mi ha insegnato a pesare le cose e ad incontrare quelle che non posso controllare. Ho imparato che la vita è quello che siamo e quello che ci succede non fa la differenza ma è come l' affrontiamo a farla.  E io ho scelto il sorriso e lo scegliero sempre perchè questo è quello che so fare e questa è la mia finestra verso le persone vere.

Vale