domenica 28 novembre 2021

TERRE CHE…

Non c’è tristezza nei miei pensieri, c’è solo l’infinita e buia osservazione del nulla,questo contorno che avvolge l’essere e lo solleva a un raffinato sentire senza comprendere. 

E la pioggia è la lacrima di Dio che bagna le terre aride, ma quali terre se non un’infinita distesa di vibrazioni e di frammenti sconnessi. 

Terre che aspettano di essere irrigate, 

terre che danno il loro frutto con il sole e con l’acqua, 

terre che Sono, con il freddo e con il caldo, 

terre che sono e resistono,

terre che mettono radici profonde. 

Terre che chiedono cura,

terre che danno la cura. 

Mutano,raccolgono amore, danno amore. 

Terre madri, terre figlie.

Terre silenziose, terre che gridano, 

terre che….


Valentina
 

mercoledì 2 giugno 2021

Bacio

C’è stato un secondo in cui il tempo si è fermato, 

Nel momento in cui tu mi hai baciato 

Un secondo in cui il mio sguardo non ha sorretto il tuo, 

Ne ha sorretto il mondo


Valentina  

lunedì 29 marzo 2021

Un istante per guardare la danza dell’erba. coreografo:il vento


C’è una quiete c’è un silenzio vicino alla terra, tra i fili d’erba ancorati ad essa si può sentire il suo respiro. Nei campi immensi il vento crea una danza perfetta senza provino, fa ballare i ciuffi d’erba singolarmente ma se guardi più lontano si vede il mare in movimento. Si può sentire all’orecchio il vento ma si può anche vedere, ed è proprio in questo questo movimento che la terra mi chiama a fermarmi,
  per ricordarmi che lei è madre ed io bambina. 

Valentina (foto che ho scattato vicino a casa mia, nelle terre a cui sono molto affezionata) 

domenica 31 gennaio 2021

L’attesa della galaverna



Stasera mentre guidavo per tornare a casa,ho potuto notare la nebbia che avvolgeva gli alberi e le case, I laghi e i prati d’erba. Avanzavo un po’ al buio perché non vedevo quasi nulla, non ero ancora nel pieno dell’imbrunire, soltanto un accenno di una fine giornata percorrendo la strada deserta,nessuno. Non riuscivo a delineare con largo anticipo quello che mi stava intorno, tipico scherzo che si ostina a fare la nebbia malinconica. Non riuscivo a vedere l’albero maestoso con i suoi rami, ma sapevo che c’era. Non riuscivo a vedere la caccia degli  aironi lungo il fiume, ne la loro eleganza alzarsi in volo. Nulla di ciò che ricordavo riuscivo a vedere se non all’improvviso, pur aspettandolo,pur immaginandolo. A tratti perdevo l’orientamento a tratti riconoscevo piccole forme a me familiari. In questa semplice guida ritrovo la metafora della vita: Nel mio avanzare lungo la strada, capita che la nebbia fermi i miei pensieri, piccoli momenti in cui la ragione lascia spazio alle pulsioni, il battito del mio cuore chiude finalmente il ritmo degli occhi e apre finalmente la danza di una nuova musica al qui e ora. Inutile aspettarsi ciò che si conosce di abitudine, inutile adattarsi ai giorni non considerando che può  arrivare qualcosa di più grande di noi come la nebbia, di incontrollabile resistenza, spezzare via ogni punto di riferimento, ogni senso visivo che credevamo utile. In questi momenti cresce il senso uditivo, si impara ad ascoltare di più, si smette di guardare con abitudine e si osserva con attenzione ogni cosa che può sembrare nuova. Ogni tanto riemergono ombre a noi conosciute ad indicarci la via durante lo smarrimento seduti sulle nostre confortevoli poltrone, al caldo nelle nostre comodità dimenticandoci che la vera bellezza cresce in ambiente ostile. La galaverna aspetta di nascere nella notte,consumando l’unione della nebbia e della bassa temperatura per dar vita ad infinite forme di cristalli di ghiaccio che saranno attimi di eterna bellezza prima di sciogliersi al sole. 

Valentina