martedì 27 maggio 2014

     E chi lo sa,amico mio, se non è troppo tardi per intraprendere un viaggio........

Vale

lunedì 26 maggio 2014

Segni dal cielo quando non sai cosa aspettarti

Ci sono segni dal cielo, in certe sere di primavera,che aspetti con immaginazione per portarti là dove le parole non sanno arrivare, e ci sono sogni che non hanno frequenze ne orizzonti mentre  speri che qualcuno possa ascoltarti nel silenzio dei tuoi giorni e nella lontananza al di là del buio. 
Ci sono quei segni  nel cielo che non sai da dove partono ne dove andranno a finire, ma speri  comunque di comprenderne il  messaggio, nella luce del loro viaggio. E li aspetti in cielo, anche quando in realtà non sai cosa aspettarti, e della tua presenza non rimane che una scia, ed è scritto tutto lì... 
E ci sono poi i segni nell’anima che sono come ferite aperte, ove in quel punto, a volte, soffia il vento e suona il ritmo del (suo) respiro, e li senti bruciare come le fiamme dell’inferno  che solo puoi immaginare.
Come è strano sentire, di tale fervore, una sorta di nirvana che apre le porte ad una visione più seducente del mondo, tra la realtà improbabile del gioco e l’illusione fiabesca di un vortice che coinvolge le anime dei dannati in un giro senza fine.




Vale

lunedì 19 maggio 2014

NOVECENTO (io innamorata del pianista sull'oceano.....)

Novecento il monologo scritto da Alessandro Baricco pubblicato nel 1994 è secondo me un capolavoro con la C maiuscola. Non ne parlo mai perché non saprei nemmeno cosa dire ,il tutto si commenta da sé.  Sono quelle cose che  non si possono commentare, a ognuno la sua impressione. Bellissimo anche il film di Giuseppe Tornatore con il grande TIM ROTH  che interpreta TD LEMON NOVECENTO (interpretazione perfetta) che ho visto e rivisto e non stanca mai perchè E' UNA GRANDE PASSIONE LA MIA :-)
Importanti anche le rappresentazioni a teatro del monologo ,in particolare quella del grande ARNOLDO FOA' e della sua voce straordinaria detta anche la "voce di Dio" (sono d'accordo),avendo la capacità non solo di raccontare le cose ma anche di viverle. In ricordo di Arnoldo e di tutti  gli altri artisti alcune frasi di questo successo:




"Tutta quella città... non si riusciva a vederne la fine... la fine! Per cortesia, si potrebbe vedere la fine? Era tutto molto bello su quella scaletta, e io ero grande, con quel bel cappotto, facevo il mio figurone. E non avevo dubbi, che sarei sceso, non c'era problema... Non è quello che vidi che mi fermò Max, è quello che non vidi... puoi capirlo? Quello che non vidi... in tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine... C'era tutto. Ma non c'era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello: la fine del mondo. Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano? I tasti finiscono! Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro. Tu sei infinito. E dentro quegli 88 tasti, la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti... Milioni e miliardi di tasti che non finiscono mai... E questa è la verità... che non finiscono mai. Quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato. Quello è il pianoforte su cui suona Dio... Cristo, ma le vedevi le strade?! Anche soltanto le strade, ce n'erano a migliaia! Ma dimmelo: come fate voialtri laggiù a sceglierne una? A scegliere una donna... una casa... una terra che sia la vostra... un paesaggio da guardare... un modo di morire... Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'è! Ma non avete paura voi di finire in mille pezzi solo a pensarla a quella enormità? Solo a pensarla... a viverla! Io ci sono nato su questa nave... e vedi anche qui il mondo passava... ma a non più di 2000 persone per volta. E di desideri ce n'erano! Ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita... Io ho imparato a vivere in questo modo. La terra, è una nave troppo grande per me... È... è una donna troppo bella... È un viaggio troppo lungo... È un profumo troppo forte... È una musica che non so suonare... Non scenderò dalla nave. Al massimo, posso scendere dalla mia vita."



"Il mondo, magari non lo aveva visto mai.
Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l'anima."

A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quar
to, fran. Non si capisce
È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.

"La terra, quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. (... ) Io, che non ero stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita. Gradino dopo gradino. E ogni gradino era un desiderio. Per ogni passo, un desiderio a cui dicevo addio.
Non sono pazzo, fratello. Non siamo pazzi quando troviamo il sistema per salvarci. Siamo astuti come animali affamati. Non c'entra la pazzia. È genio, quello. È geometria. Perfezione. I desideri stavano strappandomi l'anima. Potevo viverli, ma non ci son riuscito.
Allora li ho incantati. E a uno a uno li ho lasciati dietro di me. Geometria. Un lavoro perfetto."



Vedi il mare. Non l"aveva mai visto prima, lui.
Ne era rimasto fulminato.
L"aveva salvato, a voler credere a quello che diceva.
Diceva: "È come un urlo gigantesco che grida e grida, e quello che grida è:
"Banda di cornuti, la vita è una cosa immensa, lo volete capire o no? Immensa".


"I desideri stavano strappandomi l"anima.
Potevo viverli, ma non ci sono riuscito.
Allora li ho incantati."


"Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla."

"Andavo di fantasia, e di ricordi, è quello che ti rimane da fare, alle volte, per salvarti,
non c"è più nient"altro.
Un trucco da poveri, ma funziona sempre."

"Sapeva ascoltare, e sapeva leggere.
Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.
I segni che la gente si porta addosso."









Alcune frasi comunque dicono poco messe qui ,consiglio infatti tutta la visione del film per una completa comprensione
Vale
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-6804?f=w:32
Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.>

sabato 17 maggio 2014

UN PUBBLICO LONTANO

Io sono qui,fuori dai miei giorni, ed eccolo finalmente lo vedo: è lo spettacolo della natura. Tutto sembra parlare in questo momento, in cui le mie parole sono già state scritte. La gente si prepara alla perturbazione che sta arrivando ma  io rimango indietro e proprio come una folle le vado incontro.  Mi piace sentirmi parte di questa calma in tumulto, mentre  le foglie dei ciliegi risuonano la melodia del vento che poi scorre veloce sulla mia pelle.  E ora le mie gambe tremano ed io non sono niente.  Sono occhi, occhi soltanto, occhi che guardano; sono orecchie,orecchie soltanto,orecchie che ascoltano.
L’erba verde  che ricopre i campi è intensa  e incanta tutti i miei sensi,  lei si muove come un’onda,è una coreografia che posso assaporare come fa un pubblico da lontano.  Una lunga striscia di papaveri dona il rosso acceso dei loro petali  e invita i miei occhi a posarsi sulla loro temperanza, con una fiera portata non ballano e non si smuovono, fino a quando il vento non si intensifica e li piega,rendendoli parte integrante di questo grande balletto. E gli uccelli poi, tracciano lunghi schemi in un cielo che sembra promettere temporali oramai consueti, il loro volo agitato è già segno di una previsione abbastanza chiara. Pioverà e l’acqua si insinuerà tra le foglie degli alberi, scenderà dalle grondaie e poi lungo i marciapiedi fino a bagnare le piaghe dei cuori soffocati.
Alzo il capo sentendomi piccola  di fronte a quelle poche rondini che sorvolano il territorio e regalano piccoli assaggi di libertà mostrando un volo libero dalle guerre e dalle prigionie,un volo che sembra riportare le voci della patria che tanto ha sofferto.  Ai miei occhi non resta che seguire la direzione , sulla via di quelle poche nuvole bianche ormai rimaste ad indicare il sereno che è stato e se ne va,lasciando spazio a quel buio che ricoprirà la terra,di tanto in tanto la farà “tremare”. Ma in questa terra,in lontananza,viaggiano le ruote di un trattore,blu, che lascia dietro di sé una scia di polvere che si sparge lentamente al  vento ,per arrivare poi chissà dove per diventare parte di chissà quale altra grande materia. Quel trattore presto rincaserà ed il vento continuerà a spirare … lasciando l’incanto ad un pubblico lontano, sempre più lontano.
Vale 15maggio2014


venerdì 2 maggio 2014

Sento il tuo dolore

All'improvviso io sto male. In camera mia soltanto una candela accesa a ricordarmi che la fiamma è ancora ardente ed io alla finestra a osservare la pioggia, in una sera di Maggio che dice poco o niente, che mi tormenta quasi a volermi mostrare il tuo dolore e che mi sento di condividere perché la pioggia continua a cadere.
A cadere nel vuoto,
ed io con lei.

Vale