sabato 12 gennaio 2019

Volersi bene

Ci sono notti che sembrano infinite. Ti addormenti alla sera sperando di lasciarti abbandonare finalmente a un mare calmo e tranquillo e ti ritrovi poi trascinata da onde impetuose per tutta la notte,una notte che diventa lunga. I sogni ti aprono porte a cui credevi di aver messo un lecchetto e chiuse, lasciate riempire dalla polvere dei ricordi. Non le hai dimenticate ma hai dovuto chiuderle nella quiete dei giorni.
E poi all'improvviso si riaprono, si spalancano come se fossi entrata dopo una lite fuoriosa, le sbatti come se il rumore potesse far riecheggiare ancora più forte l'importanza di avere appoggiato la mano alla maniglia e di aver spinto quell'anta di lengo ed essere entrata. Ritrovarsi in sogni che ti trascinano via come onde del mare in tempesta è come ricevere uno schiaffo in faccia, anche se a dire il vero e, per fortuna, la sensazione al riguardo non ce l' ho,ma posso provare a darmene uno per capire, o semplicemente ammettere che quest'onda mi trasporta via come poche sensazioni mai finora provate.  Lasciamo perdere lo schiaffo. Prendiamo un dolore, e immergiamolo nel latte bollente come si inzuppa un biscotto.  Forse la sensazione è quella! Essere latte significa che,anche se al mattino ti risvegli, e il "biscotto" se n'è andato, ti ritrovi piena del suo gusto e in questo caso credetemi non è buono o dolce come può essere quello di un biscotto.
Ritornando alla porta, devo ammettere di avere risentito un dolore che secondo me è un dolore a cui non ci si abitua mai,semplicemente lo si seppellisce:
Il dolore di non essere amati. Non mi capita spesso di risentirlo,ma quando si fa vivo è perché ho creato un mare in tempesta dentro ai miei pensieri e in questo mare ci sono parte reali delle mie  lacrime, sparse dopo un momento di solitudine e di incomprensione tra due persone, che può accadere. Forse perchè a quel mare avevo dato troppi tuoni da reggere,troppo vento di inutili parole e alla fine nulla ha retto. Il mare si è agitato e questa notte, al freddo dell'inverno, mi sono ritrovata da sola in una barca difronte ad immagini che furono andate e venute e poi perse,assoppite nelle emozioni. Non so bene perché in questi momenti mi torna in mente il viso di chi non c'è e non ho più visto.  Eppure ritrovarsi difronte tenendolo per mano e dicendogli di avergli voluto bene. Non ricevere mai però la risposta che in passato avrei voluto sentirmi dire ovviamente. Ma l'amore di qualsiasi forma esso sia,che sia di amicizia,di rispetto,di stima o per la persona di una vita,qualcunque esso sia vive ogni oltre lucchetto che abbiamo aggiunto. Non basta chiudere la porta se poi d'improvviso di notte ritrovi la sensazione spiacevole di non essere amata, nonostante questo nella vita reale non sia vero, nonostante vecchie amicizie siano ormai soltanto un ricordo e volti di persone ormai lasciate indietro. 
Io so di  avere amato tanto,di non essere stata ricambiata,ma non ho rabbia ne cattivi sentimenti verso questa esperienza. Ho soltanto imparato ad amare con tutto quello che posso e come posso, mi ha insegnato a soffrire ma ad amare comunque, e a non smettere,se poi, per chi hai davanti,provi una stima ed un rispetto indescrivibili.
Porte simili non andrebbero riaperte secondo il mio punto di vista ora che qualcuno mi vuole davvero bene. Ma forse è necessario per farmi capire oggi nella relazione che sto vivendo che ci si può sempre allontanare,se pur nella stessa stanza, si può litigare, confrontare e lasciare spazio e libertà,pur continuando a volersi bene.

Valentina