mercoledì 26 febbraio 2014

La via del ritorno (a casa e in me stessa)

Sto tornando a casa dopo avere lavorato come altre sere, e con me la stanchezza di una giornata piena e rumorosa proprio come altre volte: finalmente il lieve rumore dei miei passi in un asfalto spento e un po’bagnato,  testimone imperterrito di una fredda serata di febbraio,fra le vie del mio paese,fra la pioggia appena caduta. Attorno a me case e piccole stradine,a cui però non faccio caso mentre seguo la sola via del mio ritorno a casa, dove finalmente posso riconoscere i volti delle persone a me care che stanno aspettandomi,sempre con un pizzico di entusiasmo. Questa idea si diffonde,come una dolce fragranza si mescola ,fra la malinconia della pioggia che tanto delicata cade. E io mi sento quasi in dovere di ascoltarla nel suo silenzio.  Mi incammino poi in un stretto e deserto vialetto illuminato dalla fioca luce dei lampioni, e da essa mi faccio felicemente cullare, lasciandomi alle spalle le ombre che quasi sembravano avvolgermi.  In me nessun pensiero, soltanto tanto stupore per la magia sentita del momento.  Un altro giorno sta per giungere al termine nella corsa della vita e porto a casa qualche piccola soddisfazione e tanta voglia di riposare.  


Vale

lunedì 17 febbraio 2014

Ancora porto dentro certe sensazioni
che mi riportano a quei giorni in cui tu
eri così vicino ma distante 

perché non sapevi e non immaginavi,
ma eri comunque lì 
con me nei momenti in cui perdevo la strada e
non trovavo più la via,
restavo aggrappata ad un'amicizia che pronunciava il tuo nome e lieve
toccava gli angoli più profondi di tutto
ciò che di me rimaneva fra tanto dolore.


Vale 17 febbraio  2:47

giovedì 13 febbraio 2014

LA VERITA’ DI UN CUORE SOLO

Arriva un po per tutti il momento nella vita in cui siamo costretti a fare i conti con una triste verità.  E’ un momento in cui ci ritroviamo faccia a faccia con esperienze in parte traumatiche che ci porteranno,come si usa dire,sul filo di un rasoio. Accompagnati da un’amica particolare che si chiama solitudine potremo intraprendere un percorso lungo e faticoso ma che vuole  essere  anche pregiato e liberatorio.
La solitudine è inanzittutto segretamente celata ,come arte leggera profonda. Esistono tantissimi aspetti da sviluppare legati alla solitudine. Quando si parla di questo argomento mi piace scavare a fondo, e rivedermi alla fine di tutto più confusa di  prima, proprio come quando il mio sguardo si posa sul tronco ben definito di un albero, e sale, fino a trovarsi intrappolato fra i suoi mille rami intrecciati.
Ho cercato l’etimologia  della parola solitudine,ebbene trova origine latina nel verbo “se-parare”mentre solitario deriva da “solus” che indica una persona che ama stare sola ma anche la descrive come “essere unico”. Usare la frase “persona che ama stare sola” mi sembra non del tutto soddisfacente,bisognerebbe mettere in chiaro forse a quale tipo di solitudine ci stiamo riferendo perché ne esistono diversi tipi ,o meglio: esiste la solitudine,positiva, e l’isolamento,non molto positivo. Leggevo una volta un libro del grande maestro Osho che mostrava  in modo particolare la differenza tra la solitudine e l’isolamento.  Vorrei riportarne qui alcune frasi,per me molto belle: 
“l'isolamento è uno stato negativo,come il buio. Vuol dire che ti manca qualcuno;sei vuoto e impaurito in questo vasto universo. 'Solitudine' ha un significato completamente diverso: non indica che ti manca qualcuno,ma che hai trovato te stesso. E' assolutamente positivo. Trovando se stessi ,si trova il significato,il senso,la gioia e lo splendore della vita. Trovare se stessi è la più grande scoperta nella vita di un uomo,ma è possibile solo quando sei solo. Quando la tua consapevolezza non è affollata da niente e da nessuno,ma è profondamente vuota,in quel vuoto,in quel nulla,accade un miracolo. E quel miracolo è il fondamento di tutta la religiosità. Il miracolo è questo: quando la tua consapevolezza non ha nient'altro su cui essere conscia,si rivolge a se stessa. Diventa un cerchio. Poichè non trova ne ostacoli ne oggetti,torna alla sorgente. E nell'istante in cui il cerchio è completo non sei più un semplice essere umano: sei diventato parte di quella divinità che circonda l'esistenza. Non sei più te stesso: ti sei trasformato in una parte dell'universo intero. il battito del tuo cuore è il battito dell'universo stesso"


… Rimanere soli con se stessi richiede forza e non è facile,anzi è un gesto davvero difficile da fare perché tendiamo, a volte, a concedere agli altri maggior del nostro tempo,  dimenticando di esistere come esseri unici e irripetibili,bisognosi di un continuo e sincero ascolto intimo in modo tale da poterci guardare dentro ogni qual volta il nostro cuore lo desideri.  E’più semplice scappare a quanto pare, e divenire parte di una società vuota ,fatta di scorciatoie quali l’alcool,la droga,le compagnie e le finte amicizie(e molto altro ancora) per sopprimere quel bisogno di silenzio quale è la solitudine,  che ci segue da molto e per molto e  non vuole lasciarci sprofondare dentro a un buco nero senza vie d’uscita apparenti.  Succede a un certo punto che siamo vincolati da un immagine che soltanto in parte rispecchia la nostra vera natura, tremolanti difronte al nostro vero carattere perchè magari non accetto da altre persone che a loro volta tremano difronte al nostro giudizio. Sembra quasi un circolo contiguo alla falsità e alla notorietà e che ci porterà sicuramente ai piedi di una voragine dalla quale soltanto i coraggiosi veritieri potranno uscirne a testa alta.  E’ successo anche a me, il timore di intraprendere il viaggio della solitudine perchè in balia di una paura instabile che rivolgevo prima di tutto verso me stessa.  Abbiamo coperto con un velo di ipocrisia i nostri più segreti misteri e le nostre più sottili caratteristiche, pensando di archiviare in questo modo la malinconia che esploderà invece più forte di prima . Credo che tutti noi voremmo metter mano al nostro carattere e cambiare così i nostri difetti in pregi e le nostre incertezze in convinzioni.  E’ comprensibile ma  abbiamo dimenticato, oramai, come soffrire davvero e  ci siamo dimenticati  come saper mostrare i nostri punti deboli  possa in realtà renderci  più forti di quel che crediamo.

I tre passi più importanti secondo me sono scoprire,conoscere e accettare.

Scoprire la solitudine nel corso della vita equivale a strappare il velo che fino ad allora aveva  ricoperto la nostra esistenza, senza mostrarne i lati più nascosti e se vogliamo aggiungere anche più inquietanti.  Succede tutto nel momento in cui ci ritroviamo ad affrontare situazioni serie e difficili,affanni che nessuno potrà mai comprendere e dolori destinati a rimanere, a volte per sempre, tra le piaghe del nostro cuore  che aspetta di ritrovare la luce e la libertà vera. Pensiamo per un attimo al legame tra madre e figlio nel momento in cui il nostro cordone ombelicale viene tagliato , in quel momento siamo vite catapultate sole in un mondo tutto nuovo che va affrontato con la forza simile a quella di un uragano, come una fiamma che brucia  dentro alla nostra anima. Capisco quanto possa sembrare triste l’idea di trovarsi soli sin dal primo istante in cui i nostri occhi si sono aperti al mondo , ma se  abbandoniamo per un attimo tutti  i filtri di autocompiacimento che come “cordoni ombelicali” ancora oggi ci stringono  ad una falsa speranza di appoggio alla vita capiremo che la solitudine decide quale percorso siamo destinati e a seguire, e con lei ce ne andremo, portandoci dietro un peso come se avessimo in corpo una cicatrice. Forse lascia una ferita salutare e per questo e molto altro io la ritengo una compagna  silenziosa, che veste di essenza un cuore tormentato fra le macerie della vita, fra il caos e le contraddizioni, dentro al vuoto di una vita che cerca disperatamente un senso a tutte le cose.

Conoscere la solitudine è forse il passaggio più complicato perché richiede tempo (a volte una vita intera non basta ) e un forte coinvolgimento sentimentale. La sensazione che la solitudine può provocare può essere paragonata  alla perdita di un nostro caro nel momento in cui ci lascia, e rimane in noi un vuoto davvero disarmante e struggente. Tutti i nostri attaccamenti,i sentimenti, le relazioni, sono uno “strumento” per riempire il nostro cuore,ogni giorno,come bisogno silenzioso e impercettibile della nostra volontà di aprirci alla vita e di farne parte come in una grande famiglia. E così,succede che ci affezioniamo a persone che possono regalarci  una qualche forma di pienezza interiore. Tendiamo spesso ad identificarci  l’uno nell’altro sapendo bene che, alla fine, c’è un momento in cui ci si saluta e siamo costretti a rivedere la nostra immagine sola,proprio come alla nascita,proprio come fosse il taglio di un cordone ombelicale. Un filo sottile che sembrava essere stabile e duraturo risulta essere,invece, un filo che ancora una volta viene tagliato e poi ricordato ma lascia il segno di una cicatrice che non potrà mai più rimarginarsi,o forse in parte. Il vuoto rimane e ci sentiamo soli non tanto fisicamente,ma più astrattamente in quanto la persona che ci ha abbandonato se ne va e porta con sé un pezzo della nostra vita. Perché siamo così in uno continuo scambio di vite e di tempo,ma dimentichiamo che il nostro valore e  le nostre qualità migliori,magari un po’ offuscate di questi tempi, risiedono in noi stessi ed esattamente nell’abisso profondo di una parola detta piano: la solitudine.  Lei che è decisamente una forma bizzarra,perché sembra nascere dalla perdita di chi sembrava essere l’ unico portatore del nostro valore e invece,risulterà essere la più suprema conoscenza del nostro io e la più grande fra le illuminazioni dei nostri valori reconditi. Io penso alla solitudine come a un cammino lungo e faticoso, in cui ci si addentra  da vecchi escursionisti  confusi e smarriti a cui è necessaria una via nuova da seguire.  Il tempo scorre in questo impervio percorso da eremiti e la strada verso alla vera conoscenza è ancora lunga …

Accettare la solitudine è la massima gratificazione alla vita,  la quale alimenterà finalmente l’uomo di una consapevolezza  sacra e delicata anche in quanto unica e preziosa.
Unica del resto come noi,uomini soli. 
Questa è la verità,la verità di un cuore solo che,
fra le guerre della vita cerca la sua pace.
Vale


Poesia di k.gibran
“Cantate e danzate insieme e siate felici,
ma lasciate che ciascuno sia solo.
Anche le corde del liuto sono sole 
pur se vibrano con la stessa musica.
State insieme ma non troppo vicini
perché i pilastri del tempio sono separati
e la quercia e il cipresso
non crescono l’uno all’ombra dell’altro.”