mercoledì 25 dicembre 2019

Natale 2019

È il momento di riflessione sul Natale. A dire il vero,da giorni mi affligge qualcosa dentro,mai come quest'anno ho sperato che le feste passasero il prima possibile. Credo che il tempo cambi le persone,e mentre cresci muta anche il tuo modo di vedere e capire le cose. Mai come in questo momento mi sono chiesta che cosa davvero ho festeggiato in tanti anni,che cosa realmente ha contato per me nella vita. Mi sento come un camaleonte,che cambia colore continuamente in base a dove si trova in quel momento,che per me equivale a dire a che cosa sto vivendo,e all'istinto di sopravvivenza che lo rende adattabile alle situazioni,con l'eccezione forse che io quest'anno non mi sono "adattata". Mi sento stanca. Buffo da dire forse a 25 anni,eppure ci sono momenti dai quali vorrei scappare. Al contrario non faccio altro che prenderli di petto. 
Quest'anno la prima cosa che mi ha segnato è forse avere lo zio all'ospedale che vive una malattia a senso unico. Quando ti trovi davanti al bivio "vado o non vado?" E poi ascolti il cuore che per quanto sa che si farà  male ti spinge ad andare,non per dovere,ma perché credi vivamente nella frase "siamo poeti,vogliateci bene da vivi di più,da morti di meno che tanto non lo sapremo". Quando sono andata a trovarlo,e ti trovi davanti una persona diversa da quella a cui eri abituata a vedere, una persona mangiata dalla malattia,inerme,dove rimangono solo gli occhi e quello sguardo di dolore che prova a parlare al posto della bocca,sono occhi che ti rimangono dentro,e devono rimanerci,in quanto sei consapevole che potrebbe essere l'ultima volta che li incroci. Mi sono trovata tanto a riflettere in questa settimana,da quando è peggiorato, quando sono andata a trovarlo gli ho stretto la mano che quasi avevo paura a fargli male da quanto debole era,fragile come se fosse un bimbo ancora in grembo. Sono cose difficili da spiegare e da far uscire da una penna e dalla testa eppure in queste occasioni hai modo di capire l'inizio e la fine, ti rendi conto che non siamo altro che granelli di sabbia che ritornano al principio. E quello che mi ha lasciato nel silenzio è capire che cosa ci sta nel mezzo. Che cosa davvero viviamo nella vita? Per poi lasciare tutto in un attimo. A cosa servono le cose materiali? Realmente di che cosa vogliamo circondarci? Me lo sono chiesta all'infinito rimanendo ad ogni secondo di più nel silenzio più totale. Ci perdiamo il tempo tra le mani,in tante cose inutili che appena le scorci ti passano sotto al naso con l'importanza che hanno. Mi sono commossa quando ho stretto la mano del mio ragazzo che sta bene. Quando hai una parte di te che vive e sta bene questo è il regalo più immenso che la vita può farti,prima ancora del tuo stesso benessere.  Perché dicendo la verità tra le righe,non vorrei mai sedermi su di una sedia di ospedale come moglie. Sono pensieri che fanno capire che la vita può finire in tanti modi anche se ancora respiri. L'ho capito negli occhi della zia, persi a fissare il vuoto. Quel vuoto che non ti accorgi di vedere quando tutto va bene. Ogni cosa che vivo credo abbia un senso, ho capito di essere  molto fortunata ogni giorno. E il tempo come dentro una clessidra ti porta via ogni giorno che passa un granello di fortuna. Mi trovo a domandarmi,tra le persone che ho attorno ogni giorno,chi è vero e chi no. Domanda che se fatta con insistenza porta la tua testa e la tua anima a chiudersi dentro un muro di cemento. 
Quest'anno,è un po brutto da dire ma avrei voluto non ricevere regali,avrei voluto che fosse piuttosto Natale in altri momenti,in altri giorni dell'anno. I regali più belli non sono quelli acquistati durante le feste,quelle sono cianfrusaglie materiali, sono gesti confezionati dal nulla,mi è capitato involontariamente di sentire frasi del tipo "quella persona x mi ha fatto un regalo ma io non le ho fatto niente e adesso cosa le compro? Faccio una corsa a prendere qualcosa altrimenti che figura faccio?"  Ma veramente mi domando io? Il vostro pensiero dopo avere ricevuto un regalo è la vostra figura? Magari qualcuno lo ha fatto perché gli andava,non per avere un ritorno,magari non abbiamo nemmeno apprezzato. Possiamo per una volta fare le cose perché ci vanno e non perché dobbiamo?. Eppure queste feste sono il risultato di troppe cose sciolte,antiche tradizioni perse,come fare un semplice albero che ieri aveva un senso oggi si ritrova in una gara all'albero più originale fatto di pallet,bottiglie,fili di ogni genere di cose nella forma più assurda possibile per rincorrere il premio per il più originale Ebete dell'anno! Non sappiamo più vivere un Natale semplice per il senso della famiglia che ha,ma lo viviamo in ogni ambiente al di fuori della famiglia soltanto per quello che ha da offrire in vetrina. Lasciatemi in pace quest'anno a Natale,mi ritrovo più attenta, con una sensibilità calpestata dalle vostre parole vuote, da una proforma di una festa evoluta su misura attorno al business delle vendite,per tori impazziti in uno spettacolo di corrida. In una festa come questa,più il regalo che ricevo è costoso e più mi innervosisco.Difronte a una collana da 50€ in dono preferisco un regalo fatto a mano,un regalo come quelli di una volta quando non si aveva niente e ci si armava di inventiva,preferisco un sasso colorato,un pezzo di legno particolare,una qualsiasi creazione nata dalle mani,dalla testa,dal cuore di qualcuno che abbia deciso di investire del tempo in questa cosa. Avrei preferito qualcuno che mi avesse detto "ti regalo un caffè con me"  oggi come in altri giorni,il regalo più bello che puoi fare è dedicare del tempo. E quest'anno forse,avendo riflettuto sul fatto che ne abbiamo gran poco in ballo, tutto il resto mi è sembrato troppo vuoto e materiale. Ammetto di avere ricevuto da una bambina un pezzo di legno colorato da lei a forma di babbo natale,e questo per me è stato il pensiero più carino e pulito che potessi ricevere oggi. Di regali così nella mia vita ho avuto la fortuna e l'onore di riceverne altri in altre situazioni, e ancora oggi per me sono importanti e li custodisco con l'attenzione che meritano. Un pensiero alla fine dei conti, non è altro che un insieme di energia che si forma nella testa e quando è tanto grande si cerca di esprimerla sotto forma di un oggetto,di un momento, di un tempo regalato e condiviso e non è altro che una creazione nata dall' amore. Ma sono sicura che 1 persona su 100 soltanto può capire il senso di un gesto, un regalo non è una cosa che necessariamente debba prendere forma,a volte un regalo è anche solo un pensiero nato per qualcuno a cui vuoi bene. Chi saprà capire questo di sicuro è una persona diversa dal gregge. 
Dio benedica quelle persone che sanno sorprenderti il 10 di maggio,il 5 di giugno, il 21 di gennaio come di qualsiasi altro giorno e di qualsiasi altro mese, con piccoli gesti sinceri,bevendo con te un caffè condividendo il tempo, sorprendendoti anche con un piccolo cioccolatino in qualsiasi momento. Trattarsi bene tutto l'anno in tutte le situazioni che ogni giorno siamo costretti a vivere, sarebbe già un bel regalo. E il mio augurio va a voi persone buone, che possiate sempre essere trattate con il rispetto che meritate e che questo Natale sia per voi un occasione di stare insieme e di starci bene. Tra ieri ed oggi di baci ne abbiamo sicuramente dati molti, e anche fatti male, perchè i baci veri sono quelli in cui le labbra sfiorano le guance, non quelli in cui avvicini il viso e ti appoggi all' altro, chi sa cosa intendo faccia mente locale. Volersi bene non è poi così difficile,difficile è saperselo dimostrare. Per chi come me avrebbe voluto nascondersi e a chi non è stato possibile darne è arrivato il pensiero, che con sè porta silenziosamente ogni bene possibile e immaginabile per affrontare tutti i Natali avvenire ... e la vita.

Vale