lunedì 6 ottobre 2014

Un piccolo piacere dei sensi

foto di aprile dal parco delle ginestre






 
Mi sdraio in un prato e mi lascio cadere nell'erba morbida, questo è sempre un momento di grande emotività che esulta, in parte, un piccolo piacere dei sensi. Fra i fili di erba aleggia una connettività incredibile e tra il corpo ed il verde nasce un contatto, in grado di allentare per un po la tensione e tutto quel carico di pensieri che bacchetta la testa di continuo, rendendola stanca e prevedibile come la trama di una fiction. Ciò che si vede però, una volta indirizzato lo sguardo all'insù, rende libera la mente ed è molto bello, incorporato di espressioni magiche anche nelle piccole parti, nelle piccole cose. Attorno a me tanti alberi, e li sento e mi gusto la loro presenza umile e avvolta da questa calda sensazione mi "riverso" sui rami, e le punte alte nel cielo, allungate ad indicare la direzione di crescita,  incrociate a mostrare una connettività intima priva di volgarità e di qualsiasi altra forma di esibizionismo. Perché la natura è come il pane quotidiano senza il bisogno del lievito, è un aquilone che si alza in volo anche senza vento, perché ha l'asso nella manica e la verità nella tasca. Non fa sconti a nessuno e presenta i conti. Mostra e nasconde, prende e regala. È lei stessa una contraddizione anche quando segue, sempre, una via e muove il suo ciclo. E che fortuna ho io, di accogliere il regalo dolce sopra la mia testa: la connettività quasi paradossale  cielo e terra. La fortuna di osservare ciò in uno stesso quadro, due entità così diverse, eppure appartenenti l'una all'altra come si appartengono  il seme e la terra, le nuvole e il cielo. Come in una foto vedo rami e foglie verdi nuotare in uno sfondo azzurro e limpido, colori mescolati quasi a provocarmi come voglie artistiche su carta bianca. E rimango incantata a fissare il nulla, riparata da presenze paterne quali gli arbusti, e da presenze materne quali i canti dei fringuelli. 
Non sono più lì, a terra. Sono altrove, dove non c'è nome ne pressione, dove la mia anima vola senza giudizio ne direzione,  senza meta da fissare senza ali di cartone. Nessuno a sferzare il mio silenzio di argento, che porto al collo sul petto. Vicino al cuore che non ha paura di sentirsi solo perché anche la solitudine offre un occasione. Nessuno.

Vale

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