sabato 17 maggio 2014

UN PUBBLICO LONTANO

Io sono qui,fuori dai miei giorni, ed eccolo finalmente lo vedo: è lo spettacolo della natura. Tutto sembra parlare in questo momento, in cui le mie parole sono già state scritte. La gente si prepara alla perturbazione che sta arrivando ma  io rimango indietro e proprio come una folle le vado incontro.  Mi piace sentirmi parte di questa calma in tumulto, mentre  le foglie dei ciliegi risuonano la melodia del vento che poi scorre veloce sulla mia pelle.  E ora le mie gambe tremano ed io non sono niente.  Sono occhi, occhi soltanto, occhi che guardano; sono orecchie,orecchie soltanto,orecchie che ascoltano.
L’erba verde  che ricopre i campi è intensa  e incanta tutti i miei sensi,  lei si muove come un’onda,è una coreografia che posso assaporare come fa un pubblico da lontano.  Una lunga striscia di papaveri dona il rosso acceso dei loro petali  e invita i miei occhi a posarsi sulla loro temperanza, con una fiera portata non ballano e non si smuovono, fino a quando il vento non si intensifica e li piega,rendendoli parte integrante di questo grande balletto. E gli uccelli poi, tracciano lunghi schemi in un cielo che sembra promettere temporali oramai consueti, il loro volo agitato è già segno di una previsione abbastanza chiara. Pioverà e l’acqua si insinuerà tra le foglie degli alberi, scenderà dalle grondaie e poi lungo i marciapiedi fino a bagnare le piaghe dei cuori soffocati.
Alzo il capo sentendomi piccola  di fronte a quelle poche rondini che sorvolano il territorio e regalano piccoli assaggi di libertà mostrando un volo libero dalle guerre e dalle prigionie,un volo che sembra riportare le voci della patria che tanto ha sofferto.  Ai miei occhi non resta che seguire la direzione , sulla via di quelle poche nuvole bianche ormai rimaste ad indicare il sereno che è stato e se ne va,lasciando spazio a quel buio che ricoprirà la terra,di tanto in tanto la farà “tremare”. Ma in questa terra,in lontananza,viaggiano le ruote di un trattore,blu, che lascia dietro di sé una scia di polvere che si sparge lentamente al  vento ,per arrivare poi chissà dove per diventare parte di chissà quale altra grande materia. Quel trattore presto rincaserà ed il vento continuerà a spirare … lasciando l’incanto ad un pubblico lontano, sempre più lontano.
Vale 15maggio2014


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