Alcune volte viene semplice sentirsi parte di un forte temporale, di una calma in tumulto che sconvolge l'ordine illusorio delle cose. La mente non riesce a trovare un riparo sicuro e il cuore soffre tanto nel suo silenzio. In questi momenti lo spirito si sente fratello del vento, figlio dell'ignoto e compagno del dolore. Inevitabile è il susseguirsi di pensieri un po' tristi e di frammenti di delusioni che hanno lasciato il segno nel caos della vita e proprio in questi momenti viene la voglia di abbandonare tutto quello che è stato costruito qui e che crediamo di possedere, partire: lontano verso nuove destinazioni, lontano, dai volti di carta, dalle persone che ci hanno fatto del male e ritrovare finalmente il nostro spirito che si era perso in tanta nebbia di false identità .
La società? una brutta bestia che ti condanna all'infelicità in una strada con impronte standard, e dove le radici sono lontane dalla terra e i piedi non hanno forma.
C'è chi si porta dentro questo silenzio e questa voglia assidua di incontrare, se stessi, in giorni senza regole e in giorni senza vincoli,lasciare l'idea di una vita di vetro con relazioni,modi,stili ed azioni sempre uguali e ... normali. Questo è quello che ci insegnano: a essere normali.
Ma non si può , se si è ribelli una parte di se è già in cammino,una parte di se è consapevole mentre l'altra è disfatta e ha paura, tanta, di rinascere.
Un circolo di ideali ci è stato imposto senza fare rumore e poi succede che, nel temporale di maggio, il dolore ci chiama e noi non possiamo fare altro che ascoltare, e sperare , in un coraggio che non ha eguali .
Vale
Un giorno la paura bussò alla porta,il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno. (Goethe)
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