Ci sono segni dal cielo, in certe sere di primavera,che
aspetti con immaginazione per portarti là dove le parole non sanno arrivare, e
ci sono sogni che non hanno frequenze ne orizzonti mentre speri che qualcuno possa ascoltarti nel
silenzio dei tuoi giorni e nella lontananza al di là del buio.
Ci sono quei segni nel cielo che non sai
da dove partono ne dove andranno a finire, ma speri comunque di comprenderne il messaggio, nella luce del loro viaggio. E li
aspetti in cielo, anche quando in realtà non sai cosa aspettarti, e della tua
presenza non rimane che una scia, ed è scritto tutto lì...
E ci sono poi i segni nell’anima che sono come ferite aperte, ove in quel
punto, a volte, soffia il vento e suona il ritmo del (suo) respiro, e li senti
bruciare come le fiamme dell’inferno
che solo puoi immaginare.
Come è strano sentire, di tale fervore, una sorta di nirvana che apre le porte
ad una visione più seducente del mondo, tra la realtà improbabile del gioco e
l’illusione fiabesca di un vortice che coinvolge le anime dei dannati in un
giro senza fine.
Vale
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