Ho spento la luce, ho acceso le cuffiette e nonostante la stanchezza mi sforzo di ricercare il mio tempo ormai perduto, questo tempo che davo x scontato e di cui,a volte,non riuscivo a darne la pienezza che meritava. Diventare mamma tra le tante cose, mi ha dato questa nuova possibilità di osservare il tempo, che scorre a volte lento e a volte veloce, questo tempo che mi manca a volte come l’ossigeno, tanto da farmi soffocare quando manca a lungo, tanto da farmi impazzire nella mia calma,ma purtroppo in assenza di aiuti sociali a volte, bisogna saperne cogliere ogni istante come un affamato raccoglie ogni briciola di cibo. Il lavoro e la missione a cui ho preso parte spesso sono totalizzanti, l’amore per la famiglia che ho creato è il carburante essenziale per far funzionare tutto questo grande meccanismo, ma qualche volta nella mia fragilità il meccanismo si inceppa,questo essere umani a volte ci costringe a fermarci e a ritrovare il nostro tempo, personalmente fatto davvero di piccole cose perché in ogni semplicità ci ho sempre trovato una grandezza infinita. Ascoltando qualche canzone mi tornano in mente i momenti in cui ero ragazzina, passavo le serate ad osservare fuori dalla mia finestra, ricordo con precisione alcuni dettagli, il campo di grano che nelle sere d’estate durante il tramonto salutava il giorno con la sua danza elegante, niente parveva fuori posto, il colore ambrato delle spighe si faceva più caldo ed intenso quasi a voler specchiare quel sole rosato che spesso era talmente grande da catturare tutta la mia attenzione, mentre colorava il cielo, il posto di ogni mio pensiero. Passavo ore ed ore ad osservare quel lento movimento di nuvole, spesso immaginavo posti lontani, paradisi di persone mai conosciute e che non conoscerò mai. Sognavo di essere su navi al largo dell’oceano, nella prua di navi mentre accarezzavo il vento e guardavo il mare immenso, mi sentivo libera. Quando i miei occhi tornavano a posarsi sugli alberi sentivo invece quel forte richiamo della terra, quelle radici profonde ed antiche che mi facevano camminare in luoghi lontani, su sentieri di montagna dove il mio cuore si alleggeriva ad ogni passo, dove tutto scorreva lento e ogni silenzio era musica dolce che sapeva cullare ogni pensiero triste. Spesso in lontananza vedevo i trattori arare le terre, creare dietro loro una lunga scia di polvere ed uccelli intenti nelle loro danze alla ricerca di cibo. Amavo quegli uccelli, amavo quegli esseri silenziosi che sopratutto di notte si facevano sentire senza mostrarsi, spesso veniva a trovarmi il Barbagianni, la civetta,di giorno il picchio e il passero, le rondini avevano il nido sul tetto della casa di mia zia che costeggiava la nostra, ogni presenza per me di quegli uccelli era sacra e mi affascinava, ancora oggi mi emoziono quando li osservo. Spesso immaginavo in quegli uccelli anime di soldati, che hanno visto la loro vita volare via con la stessa velocità di un battito d’ali. Immaginavo e speravo per loro che ritrovassero la libertà che non hanno potuto avere. Questo pensiero mi rattristava ma creavo nella mia mente l’illusione di vederli volare sopra a tutta la gente, distanti da questa terra che li ha brutalmente riavuti senza permesso. Il mio sguardo poi, si posava nelle luci in lontananza, erano sfuocate ma era bello immaginare una New York piena di vite, città enormi e luoghi desolati, con quella luce che si accendeva con il buio, mi piaceva immaginare che la famiglia e un posto in cui tornare dopo una lunga giornata fosse quel fuoco che riscaldava e illuminava nella sera ogni essere vivente in ogni parte del mondo. Le luci delle case in lontananza mi hanno sempre creato tanto fascino tanto da rimanere a fissarle senza fine, con la quiete di ogni mio pensiero. Nelle sera d’estate quando arrivava il temporale guardavo ancora più volentieri quell’ angolo di mondo che era tutto mio, sentivo il vento fresco nel viso, vedevo gli alberi con le chiome verde scuro diventare ancora più scure, agitarsi nella sera come si agitano i guardiani di un castello che sta per essere assalito, tutta la natura intorno gridava e i tuoni erano sempre tanti e rumorosi, ma non mi spaventavano. Quando arriva la pioggia poi era come rinascere, ogni cosa sporca veniva lavata via, ogni cosa si rinfrescava e si rinnovava… e poi lasciava dietro di se un profumo inconfondibile di erba bagnata, di legno bagnato, ogni cosa sapeva di bagnato, era il profumo delle sere d’estate dove le piogge portavano rinnovamento e non danni come oggi. Ho avuto la fortuna di osservare quei tempi dove i temporali erano più sereni. Oggi purtroppo in questo mondo che muore non li osservo più come un tempo. In questo grande quadro d’infanzia che ricordo con nostalgia, la luna ha sempre avuto un ruolo da protagonista, di notte dormivo con la finestra aperta e spesso dormivo nella parte contraria del letto solo per avere la luna davanti agli occhi e sentire quell’emozione che cresceva, sentivo il mio cuore battere, mi sentivo parte della creazione di Dio, ma adoravo sentirmi piccola davanti ai misteri dell’universo. Quel fascino dell’ignoto ancora oggi mi fa sognare. Ogni cosa per me era pura emozione, ogni cosa che la natura poteva regalarmi io ne sapevo cogliere la sfumatura, ma all’epoca non mi rendevo conto di avere questa capacità. Soltanto ora, che il tempo è così poco e distratto, non posso che ripensare a quei momenti con tutta la nostalgia e l’amore possibile. Quando perdiamo qualcosa ci rendiamo conto di quanto valeva. Avrei solo voluto avere più consapevolezza. Oggi mi ricavo ogni momento possibile con piccole cose, mi mancano le albe, i tramonti, le passeggiate in montagna, il mio bicchiere di vino mentre disegno, la musica a tutto volume, mi manca il tempo a parlare con il mio compagno d’amore,ma sono sicura che tornerà ogni momento. Ciò che spero con tutto il cuore è di sapermi emozionare con la stessa intensità di quando avevo 14 anni. Più passano gli anni e più mi accorgo che le emozioni si affievoliscono, il giorno in cui non saprò più cogliere le sfumature della quiete per me sarà come morire.
Diventare mamma, mi sta regalando molto più di quello che potevo sognare ed immaginare. La consapevolezza di vivere ogni istante è un dono importante da conservare, la calma di quando mi ritrovo da sola e tra la gente è come una fonte d’acqua pura che mi disseta e mi rende più forte ogni giorno che passa.
Valentina